A sorpresa, passeggiando tra le vie del centro della città ….
….tra vicoli trasudanti storia da tutti gli anfratti, ci si imbatte, quasi senza accorgersene nell’antica chiesa di San Francesco d’Assisi, o meglio a quel che resta di essa, poiché in piedi è rimasto il solo involucro edilizio privo della copertura, crollata a seguito del terremoto del 1930.
Appare subito sorprendentemente illuminata dalla luce proveniente dall’alto, mettendola in evidenza come una perla, tra gli scuri antichi palazzi che le fanno da castone in fregio alla via che porta il suo nome.
Anche se il suo stato gli conferisce un aria di abbandono, si percepisce l’imponenza e la maestosità di questo luogo oramai abbandonato.
L’ampia superficie interna, una volta destinata al culto religioso, si presenta come un semplice campetto erboso, incorniciato da maestose colonne perimetrali che avevano funzione sostenitiva della copertura, conferendole un aria di singolare mistero molto suggestiva.
La costruzione originaria risalente ai secoli XIII-XIV, subì diversi rimaneggiamenti nel tempo, fu prescelta dai Malatesta, che dominarono Fano in quel periodo, come luogo per ospitare le tombe di famiglia.
Nel Porticato voluto dai regnanti, vennero poi trasferite nel 1.600 le tombe che ospitano a sinistra del portale di ingresso le spoglie di Paola Bianca, prima moglie di Pandolfo III Malatesta , opera in stile tardogotico del veneziano Filippo di Domenico.
Alla destra del portale è invece collocata l’opera voluta da Sigismondo Malatesta, realizzata in stile rinascimentale nel 1.460, attribuita a Leon Battista Alberti che ospita la salma del padre Pandolfo III.
Sul lato minore della Loggia malatestiana, sostenuto da tre mensole, è posizionato il più modesto sarcofago di Bonetto da Castelfranco, fedele medico di Sigismondo. La tomba si data alla prima metà del XV secolo.