Trùcolo
Come non amare un luogo così, con i suoi abitanti, che trasformano un personaggio “minore” in un mito, parte della propria storia, avvolgendolo di tenera comprensione e benevolenza.

Di lavoro faceva lo stagnino, di nome invece Ricci Pitino Augusto Italiano, ma tutti lo chiamavano “Trucolo”. Sommava nel fisico tutti i difetti che la natura può distribuire: piccolo, brutto, gobbo, sbilenco, claudicante, cieco da un occhio, balbuziente. Il suo soprannome deriva da “Trocal” poi Trucolo e gli venne attribuito perché era buono come “un tozzo di pane”.
Percorreva tutta la via XX settembre con la sua bicicletta…al collo un filo con il quale teneva legati i coperchi per pentole, prodotto del suo lavoro che aggiustava e realizzava servendosi degli scarti dei barattoli di pomodori di una fabbrica allora esistente a Cervia. Dopo averli assemblati e creandone un bordo ribattuto e stagnato li avrebbe rivenduti per pochissime lire a chi ne avesse avuto bisogno.
Trucolo fu preso in benevola simpatia e trasformato in personaggio fiabesco dalla scrittrice sarda Grazia Deledda ; la quale amava soggiornare lunghi periodi dell’anno a Cervia.
Trucolo voleva bene a questa donna, dimostrando un profondo rispetto e con grande timidezza si nascondeva dietro ad un platano per vederla rientrare a casa la sera.
Scrupoloso e schivo nel suo portafoglio non teneva denaro ma la foto della sua amata Grazia Deledda, poiché non poteva mescolare il sacro con il profano.
A noi piace ricordarlo così…., tenero personaggio che lasciava con il suo passaggio il tintinnio metallico dei suoi coperchi al collo, in cammino verso casa, immaginando il domani magari insieme alla sua amata.
Oggi il suo ricordo si materializza in un punto di incontro per la città, prendendone il suo nome, “Trùcolo caffè”, che a pochi passi dalla sua abitazione nella via XX Settembre, evoca e tributa questo personaggio delicato e fiabesco di altri tempi, fautore a modo suo della storia della città.

