Ferrara

MUSEO GIOVANNI BOLDINI – La luce, la bellezza e la profondità

La bellezza di Angelica e la forza delle altre eroine dell’Orlando Furioso, il mito di Lucrezia Borgia, il mistero di Marfisa: il nostro viaggio per Ferrara alla ricerca dei suoi diamanti narra la bellezza delle donne protagoniste della storia di Ferrara.

D’altronde, lo stesso Torquato Tasso definì Ferrara la donna del Po, così come sono stati molti i letterati che ammirarono Lucrezia e composero per lei delle lodi. 

Ma Ferrara può vantare un altro illustre cittadino in grado di raffigurare la bellezza e la complessità delle donne. Chissà che non abbia vissuto segretamente il fascino di queste figure che popolarono la storia di Ferrara? 

Giovanni Boldini, autoritratto del 1892

Giovanni Boldini, noto come il pittore delle donne. 

Nato a Ferrara da una famiglia dedita alla cultura, fu iniziato alla pittura dal padre Antonio.

Si trasferì dapprima a Firenze e poi a Londra e a Parigi, dove divenne un protagonista della Belle Epoque. 

Nel suo studio di Place Pigalle, davanti al Café frequentato dagli Impressionisti, accolse e ritrasse le nobildonne parigine. La sua fama si diffuse presto tra gli ambienti parigini e furono tantissime le damoiselles che chiesero di essere ritratte. 

Nei suoi quadri unici si scorge la capacità di restituire la bellezza e il mistero femminile. 

Il talento di Boldini era naturale e il suo carattere estroverso e magnetico gli permise di sprigionarlo da subito.

A soli cinque anni costruì un rudimentale studio per dipingere nel granaio di famiglia. Un suo autoritratto a quattordici anni anni rivelava già la sua maestria. Da giovanissimo, poi, ricevette un’eredità che gli permise di proseguire gli studi. Presto, anche Firenze, gli sembrò piccola e così decise di trasferirsi a Londra, dove ricevette molte commissioni importanti, ma il suo desiderio profondo era trasferirsi a Parigi, dove si costruì il suo mito.

Nei suoi quadri emergono eleganza e energia, tratti rapidi restituiscono il fascino e l’inquietudine delle donne dell’epoca, che accorrevano nel suo atelier per rivelare la luce profonda della loro bellezza. 

I suoi ritratti luminosi indagano la profondità dell’animo femminile, rivelano le luci e le ombre delle donne, attraverso un’introspezione intima che restituisce uno splendore eterno.

Giovanni Boldini esaltava la bellezza delle donne rendendole divine (chiamava così le sue donne ritratte) e rappresentando la joie de vivre tipica della Belle Epoque.

Nessuno dipinse come lui e il suo tratto divenne presto riconoscibile. I grandi della terra chiesero di essere raffigurati da lui, come Vittorio Emanuele II, Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi, Robert de Montesquiou.

Le nobildonne desiderarono fortemente i suoi ritratti. Luce, bellezza e profondità. Forse, Giovanni Boldini sapeva trovare il diamante nascosto in ognuna di loro.

Palazzo Massari, Museo Giovanni Boldini
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