Ferrara

LA CASA DI MARFISA – L’ultima Este, la più difficile da vedere

Questo diamante è il più difficile da vedere… 

Marfisa, l’ultima Este di Ferrara; ancora oggi il suo spirito aleggia nella sua antica casa.

Figlia primogenita di Francesco, nipote di Lucrezia Borgia, non ha mai voluto lasciare Ferrara e non è stata allontanata neppure quando il Ducato passò allo Stato Pontificio nel 1598. 

Ancora oggi vive qui tra le mura della città estense. Il suo fantasma compare di notte, alla guida di un cocchio seguito dagli scheletri dei suoi amanti, che la leggenda narra furono da lei uccisi e gettati nei pozzi della sua casa. 

Molti hanno avuto la sorte di vedere il suo fantasma. Si racconta che poco prima della sua apparizione la casa si illumini di verde. Fissando il portone centrale della casa, dopo mezzanotte si può vedere il suo spettro attraversare il giardino e superare le mura della sua casa. Meglio nascondersi, però, il carattere di Marfisa non è dei più facili.

Palazzina Marfisa d’Este

Il suo nome fu scelto dal padre in omaggio all’eroina del poema di Ludovico Ariosto, una guerriera indomita che pare aver ispirato la giovane Marfisa. 

Nelle sue rime Torquato Tasso la descriveva cosí:

«Questa leggiadra e gloriosa Donna,
di nome altero e di pensier non crudo,
non ha per arme già lancia ne scudo,
ma trionfa e combatte in treccia e ‘n gonna»
«E imperiosa d’ogni cor s’inganna,
colla man bella e col bel capo ignudo,
del caro velo, onde fra me conchiudo,
ch’ella sia di volar salda colonna»
(Torquato Tasso)

Marfisa si sposò in seconde nozze con il marchese Alderano Cybo di Massa Carrara, famiglia legata allo Stato Pontificio. Così quando Cesare e la corte degli Estensi dovettero abbandonare Ferrara, a lei restò il privilegio di poter vivere nella sua casa natale, che il padre Francesco fece costruire e ornare per lei e la sorella.

Come per Lucrezia Borgia, così per Marfisa, si diffusero leggende e misteri sul suo conto, in parte costruiti nell’Ottocento dalla letteratura romantica. 

Il suo volto non è noto, si conosce il suo carattere estroverso e anticonvenzionale, così come il suo amore per il teatro e il legame profondo con i letterati dell’epoca tra cui Torquato Tasso.Esistono poemi e affreschi che confermerebbero quest’oscura leggenda, ma per aver certezza non resta che aspettare la mezzanotte, per veder illuminare di verde la luce di questo diamante misterioso della storia di Ferrara.

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