Il Duomo di Amalfi
La cattedrale di Amalfi è un complesso di antiche origini legato alla storia della nobile repubblica marinara a partire dalla seconda metà del Settecento.
Collocato sulla sommità di un ambito urbano di particolare fascino e suggestione troneggia su di una scalinata e una facciata con decorazioni policrome ed arabeggianti.
Il duomo porta il titolo di Sant’Andrea perché qui sono sepolti i resti mortali dell’Apostolo trasportati da Costantinopoli all’inizio del ‘200 durante la IV Crociata dal cardinale Pietro Capuano.

Per collocare l’edificio sacro nel suo contesto, è necessario partire dal dato che esso è costituito, in realtà, da due chiese. La Basilica del Crocifisso, risalente al IX secolo e costruita su un edificio sacro preesistente, e l’attuale cattedrale fondata del duca longobardo di Amalfi Mansone I nel 987.
I due edifici, posti uno accanto all’altro, erano nel medioevo in comunicazione costituendo un unico complesso architettonico.
“Rinnovato” in facciata alla fine dell’ottocento, con l’annessa duecentesca Basilica del Crocifisso (attuale sede del Museo Diocesano) e il Chiostro del Paradiso rappresenta tuttora uno dei siti esclusivi di impareggiabile bellezza.
La chiesa presenta un atrio di forme gotiche (campate con volte a crociera); nel portale centrale della cattedrale vi sono le porte di bronzo realizzate a Costantinopoli (metà XI secolo) da Simone di Siria, su incarico di Pantaleone di Mauro Comite (allora capo della comunità amalfitana).
Di particolare interesse è il campanile (XII-XIII secolo, poi trasformato nel XVIII secolo).
La pianta della chiesa è longitudinale, a croce latina, con tre navate e cappelle laterali; l’interno è scandito da ampi pilastri che racchiudono le antiche colonne dell’ originaria struttura (nei pilastri centrali in muratura, in corrispondenza dell’area presbiteriale.
Nel XVII e in quello successivo l’interno viene ancora trasformato con elementi, di cui rimane preziosa testimonianza nel pregevole cassettonato interno di copertura, e decorazioni, tipiche della scuola artistica napoletana, in marmi policromi.
A partire dal 1861, in seguito a un crollo, ma soprattutto per il desiderio di rinnovare la cattedrale secondo modelli di tendenza medievale del periodo, sarà intrapreso un progetto di sistemazione del prospetto in cui permanevano ancora le originarie trifore dell’atrio e le trasformazioni di epoca tardobarocca.
Il progetto fu redatto nel 1875 da Errico Alvino.
La nuova facciata fu configurata secondo le primitive forme duecentesche, in stile neoromanico con influenze bizantine, a imitazione dei pochi frammenti artistici superstiti.
Nel 1994, nell’ambito di lavori di restauro e adeguamento funzionale, è stato realizzato il progetto di adeguamento liturgico dello spazio presbiteriale, su progetto di Donatella Mazzoleni.