Torino

Porta Nuova

Quando il primo convoglio partì sbuffando da una piccola baracca in legno collocata sull’asse della via di Nizza, i molti torinesi accorsi per assistere all’evento capirono che anche per il regno di Sardegna i tempi erano cambiati e finalmente si entrava nella modernità. Correva l’anno 1848 e veniva inaugurata così, con il tratto Torino-Trofarello, la prima linea ferroviaria che, nel giro di pochi anni (sarebbe infatti stata terminata nel 1853), avrebbe consentito ai piemontesi di raggiungere il mare a Genova. Ma dopo l’Unità d’Italia e con Torino capitale, era necessario creare una vera e propria stazione, punto di riferimento per chi arrivava e per chi partiva. Il re Vittorio Emanuele II diede l’incarico a un ingegnere che si stava specializzando proprio nella progettazione di stazioni, Alessandro Mazzucchetti, che a sua volta chiamò con sé a collaborare un giovane architetto che avrebbe cambiato il volto della città nella seconda metà dell’Ottocento: Carlo Ceppi. Il risultato di questo connubio lavorativo è il maestoso edificio che, sebbene ulteriormente ampliato nel corso del tempo, ancora oggi meraviglia i viaggiatori che arrivano per la sua monumentalità, catapultandoli direttamente nel cuore di Torino. Da centossessant’anni infatti la Stazione di Porta Nuova si trova a pochi minuti da Piazza Castello: una comodità per la famiglia Savoia che qui era solita aspettare il Treno Reale in una apposita Sala, ancora presente, accessibile su prenotazione dall’atrio principale, decorata da affreschi e boiseries preziose. Ma come tutte le stazioni ferroviarie, anche questa racconta altre vicende: dalle deportazioni del 1944 ai migranti italiani che qui arrivavano negli anni ’60 con il cosiddetto ”treno del sole”.

Porta Nuova, la porta della città, scopritela con noi in uno dei coinvolgenti tour tematici di CulturalWay sulla storia urbanistica di Torino e sulle sue trasformazioni architettoniche.