La Rocca Roveresca
Luogo bellissimo e suggestivo definibile quale simbolo di Senigallia insieme alla rotonda a mare. È il centro di tante attività estive e non solo ed è tappa irrinunciabile nella visita della città di Senigallia.
La Rocca può essere definita uno straordinario libro di storia: poichè è il risultato della sovrapposizione di strutture difensive succedutesi nei secoli, fin dalle origini della città, in un sito di determinante importanza strategica.

Conosciuta anche come Rocca Roveresca, dal nome dei committenti, i Della Rovere , di proprietà dello Stato Italiano, già in consegna alla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio delle Marche, dal dicembre 2014 fa parte dei beni gestiti dal Polo museale delle Marche. È uno dei monumenti più visitati della regione ed ospita mostre, eventi musicali ed artistici.
La struttura fu eretta dove già anticamente i romani avevano costruito un loro baluardo, probabilmente a scopo difensivo. Di quell’antica costruzione poco rimane ed i soli resti visibili affiorano solamente nella parete nord-ovest della corte. Si sono nel tempo aggiunti nel periodo storico identificabile nel Gotico/Medioevo, torri e bastioni: ne sono ancora visibili le testimonianze della trecentesca Rocchetta voluta da Egidio Albornoz, a ridosso della quale sorse poi nel 1450 la Rocca di Sigismondo Pandolfo Malatesta (1450).
La struttura attuale del monumento è dovuta a Giovanni della Rovere, signore di Senigallia, e genero di Federico III da Montefeltro, duca di Urbino. Fu appunto il duca Federico che mise a disposizione di Giovanni i migliori architetti dell’epoca: Luciano Laurana e Baccio Pontelli. L’intervento iniziò nel 1478 con lo scopo di adattare la rocca alle nuove esigenze difensive. Nel 1503 la Rocca venne espugnata da Cesare Borgia che proprio a Senigallia compì la celebre strage che fu perpetrata tra il 31 dicembre 1502 e il 18 gennaio 1503 dal duca Valentino (Cesare Borgia) ai danni dei suoi rivali: Vitellozzo Vitelli, il Duca di Gravina Francesco Orsini, Paolo Orsini, e Oliverotto da Fermo. Descritta in seguito da Niccolò Machiavelli.nella breve opera “Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini”, (una breve opera storica dove vengono ripercorse le vicende di Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, Paolo e Francesco Orsini, quarto duca di Gravina, che avevano partecipato ad una congiura contro il duca Valentino, Cesare Borgia (la cosiddetta congiura della Magione, ottobre 1502), e credendo di rappacificarsi con lui vennero da questi catturati e uccisi mentre si trovavano a Senigallia e ne stavano assediando la cittadella difesa da Andrea Doria).
La Rocca Roveresca è unica nel suo genere perché non fu solo una fortezza, ma anche dimora signorile, sede di una scuola di artiglieria fondata da Guidubaldo della Rovere nel 1533; estintasi la dinastia ducale, dopo il ritorno della città sotto il dominio della Chiesa nel 1631, fu carcere pontificio ed orfanotrofio.
Chi va a Senigallia non dovrebbe ovviamente farsela scappare. Girando al suo interno si respira ancora l’aria di un passato oscuro e misterioso, venendo letteralmente catapulti indietro nel tempo.